Descrizione della mostra
L’idea che la vita e i sogni siano fatti della stessa sostanza è stata da sempre presente nei miei pensieri ed è necessariamente l’anima delle mie opere. Se si pensa al passato, ci si accorge che il ricordo di quello che abbiamo vissuto non è poi tanto diverso dal ricordo dei sogni appena fatti al nostro risveglio. Questa percezione del passato come un mondo fatto di sensazioni e immagini sfuggevoli, nel suo essere finito mi coglie serena ma suscita in me un inevitabile senso d’inquietudine, come quella che si ha dopo aver fatto un sogno conturbante. Ed è proprio quello che alla fine rifletto nelle mie opere: dietro un’apparenza gradevole che trasmette serenità e mette a proprio agio l’osservatore, c’è un elemento che per qualche motivo, riesce ad inquietarlo. Alcuni miei lavori nascono da un’idea a priori, sono il frutto di riflessioni e messe in atto con tanto di scenografia. Invece altre mie opere più oniriche e simboliche scaturiscono da un bisogno quasi irrefrenabile di scattare e creare nuovi scenari attraverso l’uso del fotomontaggio. In questi casi mi lascio guidare dall’intuizione e dall’estetica degli elementi che ho a disposizione senza pensare troppo al significato di quello che sto realizzando. Solo a lavoro concluso capisco di aver dato voce a qualcosa che abitava in me e che attraverso l’arte è riuscito ad emergere. È qui che i miei lavori possono dirsi onirici perché accade come con i sogni: prima li faccio e poi l’interpreto. Non si decide mai che cosa sognare. I sogni sono una voce libera che prescinde da ogni nostra volontà.
Biografia
Fotografa autodidatta, Montserrat Diaz, nata a Malaga ma trapiantata a Milano dal 2000 dove si laurea in Lingue e Letterature Straniere, ha sempre avuto una grande predisposizione per l’arte. Anche se inizialmente ama esprimersi attraverso la pittura, nel 2014 riscopre la fotografia e da allora diventa il medio attraverso il quale preferisce esprimere sé stessa.
In modo spontaneo è portata a rappresentare situazioni oniriche in cui i soggetti vivono in modo normale l’irrazionalità insita nella scena. Le sue “immagini”, come lei stessa le chiama per sottolineare il fatto che siano spesso frutto di fotomontaggi, richiamano quel mondo onirico che da sempre l’attira, e imitano il meccanismo messo in atto durante il sogno, tramite il quale si vengono a creare nuovi mondi in assoluta libertà partendo dalla rielaborazione dei momenti vissuti durante la veglia. Per i suoi lavori prende spunti dal realismo magico e il fantastico di Borges studiato all’università più che dal mondo della fotografia.
Il Direttore della Galleria FIAF
Paolo Ferrari
[tratto dal sito ufficiale dell’autore col suo consenso]