Galleria FIAF – PARIGI, AMORE E DISINCANTO di Paolo Rebecchi

locandina-2018_11-parigi-amore-e-disincanto-paolo-rebecchi

 

Parigi, amore e disincanto

Parigi una delle città più amate al mondo. A Parigi l’autore c’era gia stato da ragazzo e ne era rimasto meravigliato. A distanza di circa 40 anni, Paolo ci ritorna e prova sensazioni nuove, coglie aspetti nascosti e più disincantati. Ma come non amarla, per la grazia e l’eleganza di cui solo lei è capace? È con questi occhi che Paolo Rebecchi è andato alla scoperta di questa metropoli, come se fosse una missione, qualcosa che va oltre alla semplice visita e vista. Piuttosto che attraverso gli irrinunciabili classici fotografati da tanti, l’autore ha raccontato questo suo viaggio dal punto di vista di chi la metropoli la vive ogni giorno. Una città che non fa mistero delle sue problematiche attuali e sicuramente maggiori rispetto ai tempi del suo primo viaggio. E allora quel bistrot, quel pianista, quella strada affollata o quel solitario viaggio in metro ci fanno sentire tutti parigini. Con il suo personalissimo taglio visivo, l’autore ci mostra scorci di vita di grande ispirazione con enorme spirito compassionevole e illuminante. Non per niente Parigi viene chiamata la ville lumiére.

 

Biografia Paolo Rebecchi

Paolo Rebecchi nasce a San Felice sul Panaro in provincia di Modena dove vive ed esercita la professione di Medico di Famiglia.

Nel 2013, da autodidatta, si avvicina al mondo della fotografia e con l’amico Guido Zaccarelli realizza “Finestre di casa nostra”, libro di immagini e racconti che affronta, con sguardo diverso, il tragico argomento del terremoto che nel 2012 colpì la provincia di Modena.

Nel 2015 si iscrive al corso di fotografia proposto dal PhotoclubEyes BFI e partecipando come socio a numerose attività ed iniziative, acquisisce maggior destrezza col mezzo fotografico.

Realizza principalmente fotografie di street photography, come stimolo per la ricerca di se stesso, dell’umano e delle sue rappresentazioni quotidiane.

Dopo aver partecipato a numerose mostre collettive realizza, ad inizio 2018, “Parigi, amore e disincanto”, la sua prima esposizione personale.

Galleria FIAF – HORA SEXTA di Cristina Cavicchioli


locandina-2018_11-hora-sexta-cristina-cavicchioli

 

Hora sexta

Hora sexta: dall’antichità un riposo corroborante anche se breve.

Non affrontiamo tanto il soggetto del riposo, che comunque appare in foto, ma l’autrice degli scatti, che ne è la compagna. Perché soffermarsi su questa visione dell’amato tra le braccia di Morfeo? Perché proprio attraverso l’assenza temporanea di vitalità dell’uomo amato, emergono momenti di assoluta riflessione sul sé e di libertà di immortalarlo. Momenti che se inizialmente affrontati con noia, ora sono attesi con pazienza, dedizione, amore, quasi a rimembrare una gestazione. Gestazione di quel rapporto amoroso, complice, ma di continua sfida, fronteggiata col riemergere progressivo di caratteri forti primeggianti. Ecco che queste piccole pause consentono a Cristina di attenderne il risveglio, con amorosa pazienza, dopo averne custodito e protetto il riposo, come una madre nei confronti del figlio, riflettendo e calmando quell’ansia quotidiana della competitività caratteriale.

 

Biografia Cristina Cavicchioli

Cristina Cavicchioli è nata a Modena e vive, nella stessa provincia, a San Felice sul Panaro.

Il suo interesse per la fotografia inizia dopo avere visitato una mostra di Henri Cartier-Bresson a Milano. Decide quindi di iscriversi ad un corso di fotografia e nel 2015, per questo motivo, diventa socia del PhotoclubEyes BFI di San Felice sul Panaro. Qui, oltre a partecipare alle numerose attività che le consentono di imparare e perfezionarsi, viene a contatto con importanti fotografi del palinsesto nazionale e internazionale, arricchendo la sua passione ed ampliando la sua visione artistica. L’interesse per l’audiovisivo fotografico le consente, dal 2016 ad oggi, di realizzare, in collaborazione col compagno Paolo Rebecchi, due opere in concomitanza dei due progetti nazionali “Il Silenzio” e “La famiglia in Italia”. Nel 2017 crea il suo primo portfolio fotografico partecipando al progetto nazionale “Capolinea”. Percorso questo che le consente anche di elaborare e superare difficoltà legate alla perdita di affetti a lei molto cari. Ultimamente, sempre più attratta dagli sguardi della gente, ha iniziato un percorso di street photography che le sta dando particolari soddisfazioni. Dopo aver partecipato a numerose mostre collettive realizza, ad inizio 2018, Hora Sexta, la sua prima esposizione personale.

Galleria FIAF – La Famiglia in Italia

35481898_879324322275842_19411263608061952_n

 

L’articolo 29 della Costituzione italiana afferma che “la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio”, ma è ancora così? Le trasformazioni sociali di questi anni hanno messo in discussione sia l’esistenza di un’unica forma naturale di famiglia, che il matrimonio come suo istituto fondativo per eccellenza.
Dalle famiglie allargate fino alle coppie di fatto e le unioni civili, le nuove famiglie si presentano in maniera poliforme: cosa è dunque oggi famiglia?
Partendo da tale interrogativo, la ricognizione fotografica collettiva si è prefissa di esplorare e rappresentare la famiglia in Italia in tutte le sue declinazioni, tracciandone i nuovi confini.

Il Photoclub Eyes B.F.I. ha partecipato al progetto collettivo nazionale denominato “La famiglia in Italia”, organizzato dalla FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) in occasione del 70° anniversario dalla sua fondazione, attraverso la produzione, da parte dei soci, di diverso materiale fotografico presente in mostra: portfolio, opere singole e tre progetti collettivi.
Il tema “La Famiglia in Italia” è stato trattato nel nostro progetto interno Eyes Mail-Art (arte fotografica creata realizzando fotografie da parte dei soci, stampate in “formato cartolina”, scritte, affrancate e spedite, tramite il servizio postale, all’indirizzo del Photoclub). Oltre alle cartoline, il secondo progetto esposto in mostra è il portfolio realizzato dal Photoclub Eyes in occasione del Campionato Regionale fra i Circoli Fotografici FIAF dell’Emilia Romagna, denominato “Digit-ER” (portfolio che si è aggiudicato il primo premio). Il terzo progetto collettivo, dal titolo “La famiglia in Fiera”, è stato sviluppato in occasione della Fiera di Settembre che si svolge ogni anno nel nostro Comune. Le foto sono state realizzare in un apposito stand, utilizzato per immortalare le famiglie di passaggio, che si recavano alla fiera cittadina di San Felice sul Panaro. Unitamente a questi tre progetti sono esposti i lavori singoli dei soci che hanno partecipato alla selezione nazionale.

 

2018_06-la-famiglia-in-italia-collettiva-photoclubeyes

 

“DONNA SUL CARRO” di Bruno Madeddu

Galleria FIAF “LA FOTO DELL’ANNO”

La foto dell'anno

La foto dell’anno

La FIAF, Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, promuove una Selezione denominata “LA FOTO DELL’ANNO”, riservata alle fotografie prime classificate nei Concorsi organizzati nel corso dell’anno, con l’aggiunta della foto più significativa che ha concorso all’assegnazione dell’eventuale Premio per il miglior Autore, oppure dell’eventuale migliore Opera assoluta.

Scopo dell’iniziativa è quello di individuare e divulgare le immagini più apprezzate dell’anno.

Tutte le fotografie vengono sottoposte alla valutazione della Giuria popolare. Le prime venti classificate, assieme ad ulteriori dieci immagini indicate da una Giuria di Esperti, hanno accesso alla fase finale della Selezione, effettuata da una Commissione composta da Esperti di Fotografia.

Gli Autori delle cinque immagini finaliste vengono invitati a partecipare al Galà di chiusura della Manifestazione, organizzato nell’ambito del Congresso Nazionale FIAF, a conclusione del quale viene proclamato e premiato l’Autore de “LA FOTO DELL’ANNO” e tale fotografia sarà successivamente pubblicata sulla copertina dell’”Annuario Fotografico Italiano FIAF”.

“La Foto dell’Anno 2016” è stata “DONNA SUL CARRO” di Bruno Madeddu (foto di locandina).

La Mostra di tutte le opere finaliste dell’anno 2016 è stata presentata in occasione del 69° Congresso Nazionale FIAF tenutosi a Sestri Levante dal 19 al 23 Aprile 2017 e tutte le foto finaliste sono state pubblicate sulla Rivista “Fotoit” accompagnate da una nota critica.

Tutte le foto finaliste costituiscono la presente Mostra itinerante gestita dal “Dipartimento Grandi Mostre” della FIAF, che nel primo anno, successivo a quello di riferimento del Premio, viene esposta nelle Gallerie FIAF dislocate sul territorio nazionale.

Al termine del ciclo espositivo la Mostra entrerà a far parte dell’Archivio del “Centro Italiano della Fotografia d’Autore” di Bibbiena (AR).

 

Il Direttore della Galleria FIAF

Paolo Ferrari

Mostra Mirandola Collettiva dei Soci - foto copertina Simona Bertarelli

Mostra fotografica “Capolinea” Inaugurazione 13 Gennaio 2018

locandina-per-mirandola-www

Quando si dice Capolinea si pensa ad una stazione ferroviaria, a un tram, una metropolitana; insomma, ad un tragitto che termina.
Per metafora, capolinea è dunque un punto di arrivo, bello o brutto, triste o felice che sia. Di una condizione, di una situazione, di una funzione. Esito finale per persone, luoghi, oggetti.
Si potrebbe continuare. Ma è solo così?
Capolinea è, talvolta, fermarsi a riflettere. È anche il tornare indietro, per paura o per sconfitta. È il rientro nel quotidiano o nella realtà.
Capolinea è pure l’andare oltre, il ri-partire. Verso un nuovo viaggio, una nuova vita, una nuova speranza.
L’occhio del fotografo cerca di cogliere queste diverse sfumature, queste differenti sensibilità, ponendo all’interlocutore più che risposte, riflessioni. Questa mostra invita alla lettura della realtà nelle sue diverse declinazioni, talvolta sorprendenti.

Capolinea è il tema proposto dal Dipartimento Cultura della FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) e sviluppato durante il 2017 su tutto il territorio nazionale dai circoli fotografici aderenti.
In Emilia-Romagna tre circoli appartenenti a tre province diverse hanno unito le proprie forze per realizzare il tema: il “Photoclub Eyes BFI” di San Felice sul Panaro; il Fotoclub “il Guercino BFI” di Cento; il Circolo Fotografico “il Palazzaccio” di San Giovanni in Persiceto.
Loro lavori sono stati esposti nel Palazzo Ducale a Carpi, nella Reggia di Colorno, a Cento nel Palazzo del Governatore, a Mirandola nell’Aula Magna Rita Levi Montalcini.
A nessuno sfugge che i tre circoli fotografici appartengono ad altrettante province colpite dal sisma nel 2012. Con la propria attività di diffusione della cultura dell’immagine e dell’arte fotografica, mai interrotta anche nei momenti più difficili, i tre circoli hanno dimostrato che Capolinea è, soprattutto, un punto di Ripartenza.
Emiliani, gente tosta.

Spettacolo Nostalgia di Enrico Genovesi

Galleria FIAF “Spettacolo Nostalgia” di Enrico Genovesi

Spettacolo Nostalgia di Enrico Genovesi

Spettacolo Nostalgia di Enrico Genovesi

Lunedì 16 ottobre presso il Centro Opera di San Felice sul Panaro, sede del PhotoClub Eyes BFI, vi sarà l’inaugurazione della mostra “Spettacolo Nostalgia” di Enrico Genovesi.

L’autore sarà presente per raccontarci di lui e del suo lavoro.

Inizio inaugurazione ore 21.30.

La mostra sarà poi disponibile presso la nostra Galleria Fiaf e visitabile tutti i lunedì dalle 21 alle 23.

Per informazioni posta@fotoincontri.net

Galleria FIAF “Silver Oxide” Le Labomatik di Clermont-Ferrand

Ore 18.30, Galleria Fiaf: inaugurazione Mostra fotografica “Silver Oxide” collettiva dei soci Gruppo Fotografico Le Labomatik di Clermont-Ferrand (Francia).

L’evento nasce in occasione di uno scambio culturale con un circolo fotografico francese, che ha a sua volta ospitato una collettiva di fotografia analogica del Photoclub Eyes qualche mese fa, presso la loro sede francese.
Uno scambio culturale che ha consentito la nascita di nuove amicizie.

La mostra sarà aperta dal 24 giugno al 31 luglio.

Apertura settimanale ogni lunedì dalle 21 alle 23

Mostra: TESTIMONE DELLA PROPRIA SOGGETTIVITA’ – Fabrizio Tempesti

Mostra: TESTIMONE  DELLA PROPRIA SOGGETTIVITA’ – Fabrizio Tempesti

«Le mie fotografie nascono sempre da una necessità interiore, da un’esperienza dello spirito. […] Ho una visione della vita, e talvolta cerco di trovare l’equivalente sotto forma di fotografie.»1 In questa concisa asserzione che Alfred Stieglitz stilò quasi un secolo addietro, c’è tutta l’essenza del “fare fotografia” in quanto proiezione del proprio io, della propria individualità, della propria unicità fatta di esperienze, di situazioni, di cultura e di sensibilità. Il fotografo, secondo Stieglitz (e non solo secondo il grande fotografo e gallerista statunitense), è colui che, attraverso gli “equivalenti”, ritrae i propri stati d’animo, e riesce quindi a rivelare l’invisibile tramite il visibile, l’interno attraverso l’esterno. Ovverosia, come affermava Roland Barthes, «il fotografo è essenzialmente testimone della propria soggettività, cioè del modo in cui si pone come soggetto di fronte a un oggetto.»2

In altre parole, l’atto fotografico non può essere altro che un gesto interpretativo conseguente alle caratteristiche culturali, sociali, ideologiche ed etiche del fotografo, nonché ai condizionamenti di varia natura del contesto.

Tutto ciò ci fa capire che una fotografia non ci parla mai solo di chi o di cosa sta davanti all’obiettivo, ma anche (e talvolta soprattutto) di chi si trova dietro ad esso, con tutte le sue caratteristiche sensoriali, non necessariamente solo visive, ma anche mentali, cognitive ed emozionali. Perché prima di tutto siamo uomini, con le nostre propensioni, le nostre capacità e le nostre debolezze, e solo in un secondo tempo siamo fotografi.

Ordunque, l’opera di Fabrizio Tempesti, il suo lavoro (in pratica tutto il suo lavoro, da quello delle immagini di stampo marcatamente concorsuale degli inizi, fino agli ultimi portfolio, ponderati e maturi, realizzati negli anni più recenti), sembra essere un’implicita conferma di quanto detto. Dietro all’obiettivo c’è un uomo che ha la coscienza del suo ruolo, un uomo innamorato della fotografia in quanto strumento di ricerca, di riflessione, di sviluppo intellettuale, e quindi di cultura. Dietro all’obiettivo c’è un fotografo poco incline a cercare facili gratificazioni attraverso lo sfoggio della propria creatività. C’è, invece, un autore che, tramite il medium fotografico, preferisce rappresentare il “fuori” attraverso il suo “dentro”, e che nell’immagine proietta, con onestà intellettuale, le sue sensazioni e il suo vissuto, consapevole di dare spazio e corpo a qualcosa che va oltre al rappresentato. La fotografia è uno strumento che consente di esprimere impressioni ed emozioni, opinioni e idee, è un mezzo che consente di esteriorizzare sentimenti, movimenti dell’animo; come lo stupore destato dalla contagiosa allegria a metà prezzo degli “happy hour”, oppure la compassione e la partecipazione per l’assordante silenzio della casa di guerra, o ancora la rispettosa carità per i morti del Macrolotto di Prato.

Una fotografia fatta senza avere qualcosa da dire è una fotografia vuota, una fotografia senz’anima. Lo sa bene Fabrizio. Le sue, per chi le sa cogliere, sono emozioni sincere, trasparenti e, in quanto tali,  catalizzatrici di altre emozioni.

FULVIO MERLAK

Fabrizio Tempesti – biografia

Fabrizio Tempesti è nato e risiede a Prato. Si avvicina alla fotografia negli anni del liceo (‘68) ma inizia a fotografare con impegno e stampare il bianco e nero nel 1977, anno di iscrizione al Fotoclub Il Bacchino BFI di Prato. Dopo le prime ammissioni arrivano numerosi premi ad importanti concorsi valevoli per la statistica FIAF. E’ animatore di significative attività culturali, direttore del Dipartimento Manifestazioni FIAF e Consigliere Nazionale per 9 anni, attività che gli valgono le onorificenze BFI ed ESFIAP. Nel maggio 2013 gli viene conferita anche quella di IFI (Insigne Fotografo Italiano).

Alcune sue pubblicazioni sono: Reperti Industriali (1982); Prato, Città di Mercanti (1983); I sassi acuti della Calvana (1993); Il tempo dei cento colpi (1996); Storie diverse di gente comune (2014). Ha esposto nelle collettive Un Paese unico, Italia fotografie (Alinari, 1997); Immagini del gusto (FIAF-Slow Food, 2005 e FIAF 2008); 17 marzo 2011, Una giornata Italiana; Casa di guerra (CIFA Bibbiena, fase finale Portfolio Italia 2013); Manichini della Moda (CIFA Bibbiena, fase finale Portfolio Italia 2014, 2° premio ex aequo). Nel 2015 è uno dei dieci Testimonial Samsung per il progetto della FIAF Tanti per Tutti, viaggio nel volontariato italiano e nel 2016 la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche lo nomina Autore dell’Anno.