Galleria FIAF “Questione di attimi” di Stefano Mirabella

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Questione di attimi

La fotografia, secondo il mio pensiero, è la sintesi tra la rappresentazione della realtà e la capacità di trascenderla. Il quotidiano e la strada sono un teatro incredibile dove il fotografo è allo stesso tempo attore e spettatore.
Un palcoscenico ricco di situazioni, di persone e di aneddoti che vanno visti e colti. L’imponderabilità, l’anarchia e l’imprevedibilità, sono fattori determinanti che rendono l’indagine fotografica difficoltosa, ma assolutamente affascinante.
La curiosità e la vivacità dello sguardo sono alla base di ogni buona fotografia e si trasformano in un occasione irripetibile per vivere il quotidiano con uno spirito diverso. Senza questo spirito ogni scena rischierebbe, come spesso accade, di essere già vista e rivista.
Tutti gli scatti in mostra sono stati realizzati nella città in cui vivo da sempre, Roma. Questo non vuole essere per forza un filo conduttore, ma è assolutamente importante per me. Vedere qualcosa di nuovo in un luogo che, per i miei occhi è “vecchio”, è una sfida che mi appassiona e mi spinge ogni giorno a camminare.
Perché è solo camminando e osservando che un fotografo che ha scelto la “strada” può continuare a scattare e a meravigliarsi.
Credere sempre e comunque che dietro l’angolo si nasconda la scena che aspettiamo da sempre, d’altronde è solo questione di attimi.

Stefano Mirabella

 

 

Stefano Mirabella è nato e vive a Roma dal 1973, nel 2003 muove i primi passi nel mondo della fotografia frequentando alcuni corsi nelle migliori scuole di Roma. Subito dopo inizia un percorso fotografico personale, che lo vede impegnato nel reportage sociale, numerosi i viaggi fotografici all’estero: Thailandia, Cambogia, Laos, Birmania, India, Siria e territori occupati palestinesi. Queste esperienze danno vita ad alcune mostre personali e pubblicazioni varie. La passione per la fotografia lo porta a intraprendere la strada dell’insegnamento, tiene costantemente corsi di fotografia avanzati e di base, individualmente o per conto di associazioni e scuole.

Dal 2012 pratica la Street Photography. Entra subito a far parte del collettivo italiano Spontanea. Vive la fotografia di strada come un’opportunità per stare tra la gente e riscoprire la sua città. Predilige quel tipo di fotografia che è in bilico tra la voglia di rappresentare la realtà e il desiderio di trascenderla.

Ama profondamente il genere e cerca di condividerlo tramite l’insegnamento, è docente presso diverse associazioni fotografiche. Vincitore del Leica Talent 2014 è diventato Leica Ambassador e docente Leica dal 2015.

2017 Mostra personale “Quattordici” – Leica Store Roma
2016 Mostra personale “Il Cielo in una stanza” – Honos Art
2016 Finalista al Brussel Street Photography Festival
2016 Giudice al Festival di Fotografia Internazionale di Orbetello
2015 Giudice al Miami Street Photography Festival
2015 Finalista al Siena International Photo Awards
2015 Vincitore del Leica Talent
2014 Finalista al Miami Street Photography Festival
2013 Finalista al Miami Street Photography Festival
2013 vincitore del primo premio al concorso internazionale di Street Photography “Where Street Has No Name”

www.stefanomirabella.com

Galleria FIAF “Luci sul tango”

Galleria FIAF – Luci sul tango

Mostra Fotografica LUCI SUL TANGO presso GALLERIA FIAF di San Felice S/P c/o PHOTOCLUB EYES B.F.I in Via Montessori, 39 Inaugurazione Lunedì 4 settembre 2017 ore 21.30 con proiezione di audiovisivi, esibizione di ballerini e musica. Ingresso gratuito.

Galleria FIAF “Silver Oxide” Le Labomatik di Clermont-Ferrand

Ore 18.30, Galleria Fiaf: inaugurazione Mostra fotografica “Silver Oxide” collettiva dei soci Gruppo Fotografico Le Labomatik di Clermont-Ferrand (Francia).

L’evento nasce in occasione di uno scambio culturale con un circolo fotografico francese, che ha a sua volta ospitato una collettiva di fotografia analogica del Photoclub Eyes qualche mese fa, presso la loro sede francese.
Uno scambio culturale che ha consentito la nascita di nuove amicizie.

La mostra sarà aperta dal 24 giugno al 31 luglio.

Apertura settimanale ogni lunedì dalle 21 alle 23

Galleria FIAF – EYES52

Una anno di fotografie. Un tema a settimana.
EYES52
Presso la Galleria Fiaf del Centro Culturale Opera di San Felice sul Panaro in via Montessori 39 mostra fotografica “EYES-52”, collettiva soci Photoclub Eyes, inaugurazione Lunedì 29 Maggio ore 21.15.
Ingresso libero.

Mostra: TESTIMONE DELLA PROPRIA SOGGETTIVITA’ – Fabrizio Tempesti

Mostra: TESTIMONE  DELLA PROPRIA SOGGETTIVITA’ – Fabrizio Tempesti

«Le mie fotografie nascono sempre da una necessità interiore, da un’esperienza dello spirito. […] Ho una visione della vita, e talvolta cerco di trovare l’equivalente sotto forma di fotografie.»1 In questa concisa asserzione che Alfred Stieglitz stilò quasi un secolo addietro, c’è tutta l’essenza del “fare fotografia” in quanto proiezione del proprio io, della propria individualità, della propria unicità fatta di esperienze, di situazioni, di cultura e di sensibilità. Il fotografo, secondo Stieglitz (e non solo secondo il grande fotografo e gallerista statunitense), è colui che, attraverso gli “equivalenti”, ritrae i propri stati d’animo, e riesce quindi a rivelare l’invisibile tramite il visibile, l’interno attraverso l’esterno. Ovverosia, come affermava Roland Barthes, «il fotografo è essenzialmente testimone della propria soggettività, cioè del modo in cui si pone come soggetto di fronte a un oggetto.»2

In altre parole, l’atto fotografico non può essere altro che un gesto interpretativo conseguente alle caratteristiche culturali, sociali, ideologiche ed etiche del fotografo, nonché ai condizionamenti di varia natura del contesto.

Tutto ciò ci fa capire che una fotografia non ci parla mai solo di chi o di cosa sta davanti all’obiettivo, ma anche (e talvolta soprattutto) di chi si trova dietro ad esso, con tutte le sue caratteristiche sensoriali, non necessariamente solo visive, ma anche mentali, cognitive ed emozionali. Perché prima di tutto siamo uomini, con le nostre propensioni, le nostre capacità e le nostre debolezze, e solo in un secondo tempo siamo fotografi.

Ordunque, l’opera di Fabrizio Tempesti, il suo lavoro (in pratica tutto il suo lavoro, da quello delle immagini di stampo marcatamente concorsuale degli inizi, fino agli ultimi portfolio, ponderati e maturi, realizzati negli anni più recenti), sembra essere un’implicita conferma di quanto detto. Dietro all’obiettivo c’è un uomo che ha la coscienza del suo ruolo, un uomo innamorato della fotografia in quanto strumento di ricerca, di riflessione, di sviluppo intellettuale, e quindi di cultura. Dietro all’obiettivo c’è un fotografo poco incline a cercare facili gratificazioni attraverso lo sfoggio della propria creatività. C’è, invece, un autore che, tramite il medium fotografico, preferisce rappresentare il “fuori” attraverso il suo “dentro”, e che nell’immagine proietta, con onestà intellettuale, le sue sensazioni e il suo vissuto, consapevole di dare spazio e corpo a qualcosa che va oltre al rappresentato. La fotografia è uno strumento che consente di esprimere impressioni ed emozioni, opinioni e idee, è un mezzo che consente di esteriorizzare sentimenti, movimenti dell’animo; come lo stupore destato dalla contagiosa allegria a metà prezzo degli “happy hour”, oppure la compassione e la partecipazione per l’assordante silenzio della casa di guerra, o ancora la rispettosa carità per i morti del Macrolotto di Prato.

Una fotografia fatta senza avere qualcosa da dire è una fotografia vuota, una fotografia senz’anima. Lo sa bene Fabrizio. Le sue, per chi le sa cogliere, sono emozioni sincere, trasparenti e, in quanto tali,  catalizzatrici di altre emozioni.

FULVIO MERLAK

Fabrizio Tempesti – biografia

Fabrizio Tempesti è nato e risiede a Prato. Si avvicina alla fotografia negli anni del liceo (‘68) ma inizia a fotografare con impegno e stampare il bianco e nero nel 1977, anno di iscrizione al Fotoclub Il Bacchino BFI di Prato. Dopo le prime ammissioni arrivano numerosi premi ad importanti concorsi valevoli per la statistica FIAF. E’ animatore di significative attività culturali, direttore del Dipartimento Manifestazioni FIAF e Consigliere Nazionale per 9 anni, attività che gli valgono le onorificenze BFI ed ESFIAP. Nel maggio 2013 gli viene conferita anche quella di IFI (Insigne Fotografo Italiano).

Alcune sue pubblicazioni sono: Reperti Industriali (1982); Prato, Città di Mercanti (1983); I sassi acuti della Calvana (1993); Il tempo dei cento colpi (1996); Storie diverse di gente comune (2014). Ha esposto nelle collettive Un Paese unico, Italia fotografie (Alinari, 1997); Immagini del gusto (FIAF-Slow Food, 2005 e FIAF 2008); 17 marzo 2011, Una giornata Italiana; Casa di guerra (CIFA Bibbiena, fase finale Portfolio Italia 2013); Manichini della Moda (CIFA Bibbiena, fase finale Portfolio Italia 2014, 2° premio ex aequo). Nel 2015 è uno dei dieci Testimonial Samsung per il progetto della FIAF Tanti per Tutti, viaggio nel volontariato italiano e nel 2016 la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche lo nomina Autore dell’Anno.

Galleria FIAF – Morena Tommasini

I cacciatori di teste – Morena Tommasini

Siamo nel Borneo, Malesia.
Loro sono gli Iban del Sarawak e attraverso queste fotografie vorrei riuscire a portare un po' di loro dentro ad ognuno di voi. E' una popolazione tribale che vive ancora in gran parte secondo le tradizioni e le usanze antiche; qualcuna è stata abbandonata qualche altra viene portata avanti ancora oggi. Ho cercato di rappresentare quello che è la loro quotidianità, il loro spirito animista, il loro senso del legame familiare e comunitario. Guardateli negli occhi quando possibile, non sempre lo lasciano fare, fotografare gli occhi temono possa rubare l'anima, sono molto religiosi. Hanno poco, i pochi oggetti moderni sono evidenti passaggi dei turisti, ma ti accolgono sorridenti ed offrono allo straniero quanto è loro possibile, anche solo un bicchiere di vino di riso. Sorridono, sorridono tanto, io mi chiedevo perchè e ancora non ho la risposta. Mi auguro di trasmettere attraverso poche fotografie quello che sono e quello che hanno da dare e da chiedere. Mi auguro questo possa essere un reportage diverso.
Siate viaggiatori, mai turisti. Sempre ed ovunque.

La mostra sarà inaugurata Lunedì 9 Gennaio 2017 alle ore 21,30 presso la sede del Circolo Fotografico PHOTOCLUB EYES BFI in Via Montessori 39 a San Felice sul Panaro.

Galleria FIAF – Mondo Privato

MONDO PRIVATO – Simona Marchesini

Simona porta sempre una grande attenzione a ció che la circonda. Ha un grande amore e rispetto per la natura ed é sempre alla ricerca di ció che esiste oltre l'apparenza e quindi si pone in ascolto dei segnali provenienti da un mondo superiore o piú spirituale. Attraverso le sue immagini ci permette di vedere la realtá delle cose oltre la loro essenza, un po' come viaggiare su di un altro pianeta. La natura amica instaura un meraviglioso dialogo con colei che ne comprende il linguaggio e ci dona una rappresentazione del mistico rifugio, fautore di un nuovo nutrimento energetico. Ogni sfumatura, sfocatura o dissolvimento ci portano ad un'autentica visione dell'invisibile nel visibile. A noi il privilegio di comprendere questo scambio, che si rivela attraverso l'arte del fotografare. Testo di Patrizia Digito

Galleria FIAF – Back to the ANALOG

Mostra fotografica realizzata con sistema analogico e stampe argentiche dai soci del Photoclub Eyes. Dal 5 settembre presso la Galleria FIAF del Centro Culturale Opera – Azioni Creative in Via Montessori 39 a San Felice sul Panaro (MO). Inaugurazione Lunedì 5 Settembre ore 21.30

Elenco degli autori della mostra

BACK TO THE ANALOG

ALESSIO GOVONI
ANDREA LOMBARDI
DANIELE BARBIERI
DANIELE GARDINAZZI
DAVID MACCAFERRI
ELENA GAVIOLI
EMELINE POUVARET
FEDERICO ARDIZZONI
GIULIANO REGGIANI
LUCA CARROZZINO
LUCA MONELLI
MIRKO BARALDINI
RAFFAELE CAPASSO
ROBERTO POLETTI
SIMONA BERTARELLI
SIMONE MENGHINI
STEFANO BERTONI
VANNI MONELLI

Galleria FIAF – Vorrei un tempo lento

Mostra fotografica di Raffaele Capasso

Vorrei un tempo lento lento. Questa mostra parla del tempo. Non nel senso metereologico del termine ma di quello filosofico o forse più precisamente di quello scientifico. Parla della sua importanza e della dimensione che misura il trascorrere degli eventi. La fretta "compulsiva" a cui ci siamo lasciati abituare, costringe in generale a guardare e non più ad osservare ciò che vediamo. Guardiamo con l'avidità di un collezionista di figurine, ci limitiamo al “celo-celo-manca”, scordandoci di valorizzare ciò che stiamo guardando e il momento che stiamo vivendo. Osserviamo troppo di quello che ci circonda in modo superficiale. Ecco perché nella maggior parte delle foto esposte il soggetto è riconoscibile solo osservando in modo più accurato. E' questo uno spunto per l'osservatore a fare una propria riflessione sull'importanza del tempo e della percezione che si ha di esso. Una sorta di invito al lettore ad entrare nelle colorate immagini e farsi trasportare dal lento andamento con cui le stesse, sono state composte e realizzate. Raffaele Capasso