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Galleria FIAF – “VISIONE INTIMA” di Ivano Bolondi
La “VISIONE INTIMA” di Ivano Bolondi
In oltre trent’anni di fotografia, Bolondi ha maturato uno stile inconfondibile che ha dimostrato, con “immagini che dicono più di quel che mostrano”, come la fotografia possa penetrare nei segni della realtà e svelarne i significati più segreti.
Egli ci ha mostrato le potenzialità della visione indiretta del mondo, attraverso il riflesso, la trasparenza, lo sfocato, l’ombra, il mosso, il frammento posto in relazione improbabile con il contesto. Con questa modalità creativa Bolondi ci dimostra come l’immagine, creata già allo scatto, possa registrare visioni che vanno oltre l’ordinaria percezione delle cose facendoci acquisire una visione intima della realtà.
La visione indiretta del soggetto è compiuta attraverso un mezzo occasionale, appartenente alla realtà ripresa, che attraverso gli effetti ottici ben visibili in macchina, come la riflessione, la trasparenza, la diffrazione, ecc…, presenta un aspetto trasformato delle cose. Concettualmente, compiere questa scelta, è come infrapporre un velo tra la fotocamera e il soggetto, questo è il velo dell’interpretazione. Interpretare un soggetto è scegliere il velo che ne trasforma l’immagine rendendola segno del sentire dell’autore. La “Visione Intima” non è quella diretta dell’occhio ma quella più profonda elaborata dalla mente, la quale dona valore all’immaterialità delle sembianze che si trovano nei riflessi, nelle ombre, ecc…, elementi normalmente ritenuti secondari.
E in questo stato di intenso trasporto espressivo che Ivano Bolondi crea immagini capaci di comunicare le proprie scoperte a chi guarderà le sue fotografie.
Silvano Bicocchi
Direttore del Dipartimento Cultura FIAF
Ivano Bolondi
nasce a Montecchio dell’Emilia nel 1941, dove ha vissuto con la moglie fino alla morte. Fotografa fin da ragazzo, frequenta le scuole primarie e subito dopo inizia a lavorare nell’officina meccanica di Guglielmo Melloni, figura importante che gli trasmetterà una formazione professionale e la passione per il viaggio, condivisa con Eugenia Baldi che sposa nel 1965 e con la quale girerà prima l’Italia e poi l’Europa, accompagnato sempre dalla sua inseparabile macchina fotografica.
Il rapporto con la fotografia si concretizza con l’acquisto della sua prima reflex all’età di 27 anni, che lo porta, insieme ad un gruppo di altri fotografi, a fondare il CINEFOTOCLUB DI MONTECCHIO, che si occupa della ricerca fotografica del territorio natale. La sua crescita espressiva avviene però frequentando il GAD (Gruppo Amatori Diapositive) di Reggio Emilia alla fine degli anni settanta, dove Bolondi trova un ambiente critico e creativo che gli permette di trovare un proprio stile e una particolare espressività che sarà alla base dei suoi futuri lavori.
Produce molti audiovisivi e inizia a girare per i circoli di tutta Italia, gli vengono riconosciuti molti premi, come i premi Nikon del 1982 e 1998, diventando così sempre più popolare.
Nel 1992 gli è stata conferita dalla FIAF l’onorificenza AFI (Artista Fotografico Italiano).
È stato designato dalla FIAF Autore dell’anno 2005
e Maestro della fotografia Italiana (MFI) nel 2007.
Muore ad agosto 2021.
Galleria FIAF – “UNA BUONA ANNATA”
Una buona annata é un lavoro collettivo che intende rappresentare i contrasti, i sogni, l’entusiasmo e le difficoltà del mondo giovanile utilizzando come fil rouge tra le immagini una bottiglia. L’oggetto selezionato ha vari significati all’interno della rappresentazione: allegoria, metafora ma anche elemento ambientale che possa immergere lo spettatore all’interno della quotidianità.
Le nuove generazioni si raccontano, esplorando con il loro sguardo il complesso microcosmo di una società difficile,
abbattendo ogni frontiera e pregiudizio. Ciò che emerge é il frutto di un nuovo sguardo, più fresco e immediato, il cui linguaggio é caratterizzato dall’influenza dei nuovi media.
I giovani autori riflettono sulla loro società ma anche sulle nuove tecnologie e sul ruolo della comunicazione che con i social network ha modificato le relazioni umane e il contatto con il mondo esterno. Se le distanze si sono accorciate
e anche la percezione del tempo é basata su una frenetica immediatezza, i nuovi media hanno amplificato il vuoto esistenziale generando alienazione e una difficile convivenza con sé stessi.
La fotografia diventa testimonianza e riflessione, sussurri e grida di protesta e soprattutto la ricerca di contatto con le vecchie generazioni.
Francesca Lampredi
Lettrice FIAF
Il Collettivo EYESYOUNG, costituitosi nel Giugno del 2017, é composto da tutti i soci under 29 del PHOTOCLUB EYES BFI di San Felice sul Panaro (MO) e conta ad oggi 12 ragazzi, tutti tesserati FIAF. I corsi di fotografia tenuti ogni anno nonché la voglia dei giovani di avvicinarsi al mondo della fotografia hanno fatto sì che il gruppo dei giovani soci del PHOTOCLUB EYES BFI crescesse rendendo anche necessaria l’istituzione di un Dipartimento interno a loro dedicato. Tale Dipartimento, il cui Direttore é Andrea Scacchetti, aumenta numericamente ogni anno dando nuova linfa al club che con orgoglio continua ad alimentare la loro voglia di migliorarsi e crescere.
Il Laboratorio, il cui responsabile é Paolo Ferrari, viene realizzato con cadenza biennale, argomentando un tema di attualità o una materia di interesse collettivo. Al termine del laboratorio, ogni due anni, il progetto realizzato dà vita ad una mostra dedicata.
Paolo Ferrari
Responsabile Laboratorio EYESYOUNG
Galleria FIAF – “YO SOY FIDEL” di Francesco Comello
“28 novembre – 4 dicembre 2016 si svolgono a Cuba i funerali di Stato di Fidel Castro, il lider maximo. Francesco Comello, fotografo freelance friulano è presente. Conquistato dallo spirito del popolo cubano ci torna due mesi più tardi. Questa volta sulle tracce lasciate da un noto giornalista italiano, che a Cuba visse gli anni della rivoluzione, dalla crisi dei missili agli anni delle rivolte studentesche e operaie europee. Saverio Tutino invia articoli e réportages e scrive libri da Cuba, ma a Comello interessano le tracce che Saverio Tutino lascia nelle lettere a sua figlia Barbara, che a dieci anni considera Cuba una seconda patria, perché ci abita il suo papà. Per i suoi diciotto anni, finalmente Saverio accompagnerà Barbara a Cuba, dove una realtà meno idilliaca del suo immaginario non basterà a scalfirne il mito. In questo viaggio Saverio Tutino presenta la giovane figlia ai suoi amici cubani, in particolare a Norberto Fuentes, il maggiore scrittore cubano vivente. Dall’incontro tra queste persone sulla scia della memoria, scaturisce il presente volume, fatto di sguardi diversi che bucano il tempo fondendosi nei magistrali scatti di un grande fotografo.”
Testo tratto dalla prefazione di Barbara Tutino dal libro fotografico YO SOY FIDEL di Francesco Comello.
Galleria FIAF – “EYES MAIL-ART”
Mostra autoprodotta dalla GALLERIA FIAF
Centro Culturale Opera – Azioni Creative
di San Felice sul Panaro – Modena
“EYES MAIL-ART”
Il Dipartimento Progetti del PHOTOCLUB EYES BFI, in questi ultimi anni ha portato a termine due importanti progetti fotografici collettivi, EYES-365 ed EYES-52, sono anche state realizzate due Monografie FIAF.
Ora, con questo nuovo progetto intitolato EYES MAIL-ART, abbiamo voluto celebrare il 150° anniversario della realizzazione della prima cartolina postale. Ad avere l’idea, il 1 ottobre 1869, fu un certo Emanuel Alexander Herrmann, professore di economia all’accademia militare teresiana.
Il nostro progetto prevedeva la realizzazione di fotografie a tema, per dodici temi con cadenza mensile. Le fotografie dovevano essere inedite, stampate nel formato “cartolina” 10×15 cm.. Si doveva poi incollare sul retro un adesivo, prestampato per l’occasione, con tutte le caratteristiche del retro delle normali cartoline. L’autore poteva poi personalizzarla con testi, disegni ed incollaggi vari. Una volta affrancata doveva essere regolarmente “imbucata”.
Luca Monelli Presidente Photoclub Eyes BFI
L’opera fotografica, in questo caso la cartolina, pensata, realizzata e stampata è accompagnata da una presentazione, una citazione o anche una riflessione che aggiungono valore all’opera stessa, facilitano la lettura dell’immagine e dichiarano le intenzioni dell’autore. Infine c’è il viaggio, quasi liberatorio per l’immagine che, anziché rimanere latente nella memoria di un PC o di un hard disk o chiusa in un cassetto, viene spedita, manipolata, maltrattata, subisce gli sgarri meccanici delle distributrici di posta, gli insulti del meteo e finalmente giunge a destinazione dove viene sempre accolta con gioia e calore, viene vista, commentata, catalogata ed esposta… mai un’opera fotografica, che non sia una mail-art, ha compiuto tanti passaggi. Questo è il valore aggiunto di queste immagini che si arricchiscono di segni anche nel corso del viaggio, segni dettati dal caso e irripetibili che rendono unica l’opera.
Vanni Monelli Segretario Photoclub Eyes BFI